Innanzitutto un profondo pensiero va a chi è stato duramente colpito dalla malattia, a chi ha perso i propri cari, e un grande ringraziamento a chi ha lottato al fronte in ogni professione per arginare questa ondata di una subdola malattia.

Come tutti abbiamo purtroppo sperimentato, il virus ci ha violentemente imposto una fermata d’emergenza.

Oltre alla vita sociale, anche quella politica a livello locale ha subito una battuta d’arresto. Specialmente l’aggregazione del nuovo comune di Verzasca dovrà attendere ancora qualche tempo. Quanto non è ancora dato a sapere anche se le indicazioni del Consiglio di Stato propendono per le elezioni questo autunno. La decisione sarà presa in giugno a dipendenza della situazione sanitaria.

RIPARTIRE CON IL GIUSTO OTTIMISMO

Dobbiamo trovare ora la forza e la concentrazione per lasciarci alle spalle gli aspetti negativi di questa situazione straordinaria per poter cogliere e migliorare i molti aspetti positivi che si sono intravvisti in questa crisi. Bisogna assolutamente svilupparli, per evitare che a loro volta si trasformino col tempo in problematiche difficili da gestire.

Un esempio lodevole su tutti è la solidarietà dimostrata tra i cittadini che si sono organizzati per le compere e i trasporti in favore delle persone a rischio. Il nuovo comune dovrà continuare a facilitare e supportare a livello logistico questo tipo di attività in favore del prossimo.

Al di la di queste ottime azioni, dobbiamo anche essere coscienti che chi abita in valle è stato meno toccato durante la fase di “lockdown” avendo la possibilità di convivere con le restrizioni in mezzo alla natura. Grande vantaggio rispetto a chi abita nei centri urbani, magari confinato in un appartamento senza balcone con la propria famiglia.

VIVERE IN VALLE E’ ATTRATTIVO

Ritengo dunque alquanto probabile che l’attrattiva della vita al di fuori dei centri urbani e quindi della valle aumenterà di molto, sia per quanto riguarda le residente primarie, sia per quelle secondarie e il turismo.

Dobbiamo essere pronti a gestire questo importante flusso di persone che andrà a generarsi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Anzi, se pensiamo al “turismo di giornata”, possiamo purtroppo già notare la trasformazione della strada cantonale in autodromo, soprattutto durante i fine settimana. Per non compromettere la vivibilità della valle e pure le possibilità di guadagno degli alberghi e di chi affitta i rustici, il traffico veicolare deve essere gestito e le misure devono essere attuate con una certa urgenza.

GESTIONE DEL TRAFFICO COME CRITERIO DI VIVIBILITA’

Gli obiettivi della gestione del traffico devono essere principalmente due: evitare che residenti, potenziali nuovi residenti e turisti vengano disturbati eccessivamente dal traffico in movimento, rispettivamente evitare la saturazione regolare dei parcheggi pubblici presenti.

Per raggiungere questi obiettivi è necessario adattare la quantità di traffico veicolare di transito in accordo alle capacità di assorbimento dei vari parcheggi. Come? Organizzando rapidamente (entro qualche settimana) un sistema di trasporti privato (facendo lavorare gli impresari indigeni) in combinazione con delle aree Park&Ride al piano che vada ad integrare e ampliare l’offerta delle corse di Autopostale. In secondo luogo, si dovrebbe implementare un sistema di gestione delle prenotazioni online per i parcheggi pubblici a pagamento in valle.

Un servizio del genere, cadenzato ad esempio anche alla sera, potrebbe permettere agli esercenti di accogliere un numero predeterminato di clienti in tutta sicurezza senza generare attriti e malcontenti dovuti al traffico e alla mancanza di parcheggi.

Entrambe le proposte richiedono una certa digitalizzazione con soluzioni che esistono già e non dovrebbero essere troppo complesse da realizzare e implementare in breve tempo.

NON PERDIAMOCI NELLA BUROCRAZIA

Ovviamente, oltre agli aspetti meramente tecnici, la creazione dei Park&Ride al piano richiede anche una certa elasticità da parte della burocrazia, soprattutto quella cantonale. Creare dei Park&Ride non significa generare ulteriore traffico come viene erroneamente fatto intendere. Significa invece approcciare in modo concreto un grosso problema, “fermando” le automobili prima che generino loro malgrado il classico “büscion” qualche chilometro più a monte, generando di conseguenza molto più disturbo anche nei comuni di transito, senza creare valore aggiunto. Idealmente, vorremmo che invece la gente possa godersi in tutta tranquillità un “büscion” di quelli buoni.

Il Cantone e i Comuni hanno dimostrato di saper condurre una situazione d’emergenza veramente critica. Il mio augurio è che ora non ci si addormenti sugli allori, ma si sappia condurre con la stessa efficacia anche la soluzione dei problemi quotidiani che si porranno, per trasformarli in opportunità vere da cogliere e favorire al ripartenza.

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